sabato 16 agosto 2014

Razionalità, informazione e partecipazione dietro ogni buona scelta


Tutte le Amministrazioni Comunali erano d'accordo: l’unica mossa vincente era, dopo una corretta e coinvolgente informazione, far partire la raccolta differenziata porta a porta spinta, comprensiva dell’umido. Il coinvolgimento della popolazione doveva avvenire in tutte le fasi, confronto, individuazione delle soluzioni, realizzazione e gestione ordinaria, partendo  da informazioni scientifiche il confronto doveva incentrarsi nel merito delle questioni.
Ma la raccolta porta a porta non parte!  Dobbiamo farci sentire.
Ormai è chiaro a tutti che metalli, vetro, carta e cartone, plastica, se differenziati in casa, saranno ben pagati dai specifici consorzi, perché di alta qualità. L'umido produrrà altro reddito. La spesa sarà costituita  solo dalla raccolta, dal trasporto e dal conferimento in discarica dell'indifferenziato, per il quale si dovranno attivare tutti gli accorgimenti di riduzione a residuo di quanto va in discarica, attraverso opportuni trattamenti per il riuso ed adeguate politiche di minimizzazione, pensando a premialità e disincentivi.
Auspichiamo un indispensabile coordinamento dei vari ARO, per un'ottimale gestione e per un'omogeneità di soluzioni adottate ed un impegno unitario per un’impiantistica adeguata in ogni zona dell’ATO: è assurdo ed antieconomico portare tutto a Catania (nella migliore delle ipotesi!)
Diamoci da fare per l’ambiente e … per le nostre tasche
Noi ci battiamo per una virtuosa gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo di riduzione, riutilizzo e riciclo, con tendenza  rifiuti zero. Non ci piacciono le polemiche di parte, non ci schieriamo a favore o contro persone, maggioranze o minoranze, Istituzioni.
Invitiamo tutti a ragionare organicamente, progettando non tanto l'oggi, ma il futuro, che è già domani. Sollecitiamo la nascita di organismi di partecipazione democratica alle scelte e di controllo della gestione.
Ribadiamo che per fare ottime scelte bisogna partire da dati di fatto scientifici, per la salvaguardia dell'ambiente che, abbiamo constatato, va di pari passo con l'economicità di gestione dell'intero ciclo dei rifiuti.
Facciamo un invito specifico e pressante alle Amministrazioni a dare corso ad un tavolo tecnico partecipato coi cittadini, per trovare le migliori soluzioni.
Se ritieni che quanto diciamo sia giusto, aderisci anche tu al nostro comitato. La forza di persuasione e le attività che avremo la forza di svolgere dipenderanno anche da quanti saremo.

martedì 6 maggio 2014

L'unione fa il futuro

L'importanza di una gestione condivisa e partecipata dei rifiuti
Il Comitato jonico Beni Comuni, in collaborazione con l’Ass. Rifiuti Zero Sicilia e l’Ass. A.P.E., organizza il quarto convegno e dibattito pubblico L’UNIONE FA IL FUTURO, con al centro la gestione integrata dei rifiuti, la strategia rifiuti zero, l’informazione e la partecipazione intesa come piena condivisione con la comunità delle scelte e delle problematiche relative ai rifiuti. L’evento avrà luogo al Palazzo della Cultura (ex Villa Crisafulli-Ragno) in Santa Teresa di Riva, Sabato 10 maggio 2014, dalle ore 16:30 alle 20:00.
Continua, così, l’azione di stimolo verso gli attori istituzionali, cui spetta la governance della gestione dei rifiuti e di informazione e coinvolgimento verso i cittadini cui spetterà, a monte, trasformare i rifiuti in risorsa. Durante il convegno, sarà illustrato il ruolo della Srr (Società di regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) e degli Aro (Aree di raccolta ottimale), saranno presentati i Piani di Intervento dei quattro Aro che si sono costituiti nel comprensorio jonico, le osservazioni ai Piani con l’indicazione delle criticità e rimedi. Tra i relatori: il presidente della Srr e sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto Maria Teresa Collica; il commissario straordinario regionale dei rifiuti Ettore Ragusa; il presidente di Rifiuti Zero Sicilia Danilo Pulvirenti; Aurelio Angelini dell’Università di Palermo, professore di Sociologia dell’Ambiente, insegna anche Ambiente e sviluppo sostenibile alla UILM di Milano; Alessio Ciacci che dal 2007 al 2013 è stato assessore all’ambiente del Comune di Capannori, il primo comune italiano ad aver aderito alla strategia rifiuti zero, nel 2013 è stato nominato Personaggio Ambiente per l’anno 2012, da alcune settimane è stato nominato liquidatore di Messina Ambiente; infine, i Sindaci dei comuni capofila delle quattro aree di raccolta ottimale, Cateno De Luca, Giuseppe Di Tommaso, Gaetano Arginoffi, Paolo Trimarchi. Quale migliore occasione per fare il punto della situazione e capire come intervenire per rendere il nuovo sistema di gestione dei rifiuti attuabile in tempi brevi e certi anche nel nostro comprensorio? Il dibattito sarà aperto a tutti i cittadini che hanno suggerimenti da dare o domande da porre.

giovedì 19 dicembre 2013

Assemblea pubblica a Raccalumera



Venerdì 20 dicembre, alle ore 17:30, i cittadini e gli  amministratori della riviera jonica si riuniranno in un’assemblea pubblica all'Antica Filanda per scegliere insieme il futuro dell’intero comprensorio, mettendo al centro dell’attenzione un progetto di raccolta differenziata condiviso con i cittadini e gli amministratori del territorio ionico, che si basi sulla strategia Rifiuti Zero e che preveda l’immediato smaltimento dell’umido.
Attualmente le amministrazioni locali stanno approvando i propri piani di intervento che contengono le regole di gestione dei rifiuti.
Ancora una volta una decisione che riguarda da vicino il futuro di ognuno di noi verrà presa senza il coinvolgimento della cittadinanza. Non coinvolgere i cittadini comporterà un sicuro fallimento.
Solo una comunità partecipe avrà interesse a tutelare il territorio in cui vive perché sarà maggiormente responsabile e maggiormente coinvolta, anche attraverso ruoli di gestione e di controllo nelle fase decisionali, non subendole più dall’alto.
Un altro aspetto centrale della discussione relativa ai rifiuti è rappresentato dalla modalità di gestione dell’umido, che rappresenta il 40% dei rifiuti prodotti giornalmente; il suo corretto smaltimento ci permetterebbe di raggiungere la soglia del 65%, il limite minimo previsto dall’Europa per non essere multati.
Attualmente la gestione dei rifiuti non prevede lo smaltimento della frazione organica (UMIDO), causando nelle discariche produzione di percolato ed emissione di vari gas (anche metano) maleodoranti.
Le soluzioni previste dai comuni su questo fronte sono destinate al fallimento perché non prevedono la corretta gestione dell’umido e addirittura si parla di discariche.
L’unica soluzione che permette al nostro comprensorio un’elevata qualità di vita è l’applicazione della strategia Rifiuti Zero, che si traduce nella riduzione al minimo dei rifiuti, privilegiando i prodotti senza imballaggi, l’artigianato locale, la riparazione e il riuso dei beni e il riciclaggio. In questa logica assume particolare rilevanza la gestione dell’umido.
L'umido, per chi ne ha la possibilità, deve essere trasformato in compost direttamente a casa propria. Questo darebbe ottimi risultati sia dal punto di vista ambientale che economico.
Laddove il compostaggio domestico non sia praticabile, le amministrazioni devono garantire il trattamento dell’umido in moderni impianti di compostaggio per la sua trasformazione in concime naturale, ottenendo anche energia elettrica e calore.
Per approfondire queste soluzioni giorno 20 dicembre ci confronteremo con gli esponenti di Rifiuti Zero Danilo Pulvirenti, presidente regionale Rifiuti Zero, il prof. Beniamino Ginatempo, membro del comitato scientifico nazionale per la L. I. P.  e presidente Rifiuti Zero Messina, e Alessandra Passini, coordinatrice del progetto “Compostaggio Collettivo”, che ci metteranno a disposizione la loro esperienza pratica e ci dimostreranno che la strategia Rifiuti Zero non è più un sogno ma una concreta realtà vincente così come è dimostrato in molte città del mondo e anche in tanti comuni italiani. Oggi è il momento di iniziare assieme il percorso che renderà concreto questo sogno anche nel nostro territorio, ma perchè ciò accada è indispensabile la presenza di tutti e a non considerarci più come singoli cittadini o singoli comuni, ma come un unico comprensorio, solo così si potrà costruire una migliore qualità di vita al suo interno.

giovedì 28 marzo 2013

Regione Siciliana: urge invertire la rotta verso "Rifiuti Zero"



In Sicilia serve un cambio di rotta. Passare dallo smaltimento in discarica al recupero, riuso e riciclo. Servono azioni concrete e tanto buon senso per risolvere il problema dei rifiuti.
I cittadini devono essere parte della soluzione. È  sicuramente anche un problema  di educazione. Bisogna che i cittadini imparino (e che qualcuno glielo insegni) a distinguere tra ciò che è rifiuto (costo economico e ambientale) e ciò che è risorsa (materia da recuperare - ricavo), ma è, soprattutto, assenza di un’adeguata strategia e gestione unitaria del sistema a cui corrisponde una carenza della logistica e degli impianti di trattamento per la Raccolta Differenziata. È anche assenza di una politica di riduzione dei rifiuti (e qui si potrebbe fare tantissimo e in breve tempo legiferando appropriatamente).

Sino ad ora non s’è visto un deciso cambio di rotta. D’altra parte se non c’è un obiettivo su cui puntare, se non si hanno le idee chiare e la volontà di creare un sistema omogeneo e unitario che adotti la strategia “rifiuti zero” in tutta la Sicilia, sarà difficile invertire la rotta.
A questo proposito urge che l’Assemblea Regionale Siciliana e il Presidente della Regione si attivino perché venga adottata la strategia “RIFIUTI ZERO”, un gesto importante che indicherebbe inequivocabilmente la direzione e l’obiettivo da raggiungere.

Il nuovo sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia  deve  prevedere: la raccolta differenziata della frazione organica, dappertutto; escludere la possibilità di libero conferimento dei rifiuti; adottare una politica di premi ai comportamenti virtuosi con un riconoscimento economico al momento del calcolo della Tares per l’utenza; alimentare la gestione della parte variabile della tariffa in modo puntale (chi più produce più paga); promuovere il compostaggio domestico; dotare il territorio di sufficienti e idonei  impianti di trattamento per la RD (in particolar modo impianti di compostaggio). Facile a dirsi difficile a farsi?
Difficile se non ci sono investimenti adeguati, direttive chiare e persone competenti e volenterose che trasformino le direttive europee,  nazionali, regionali  e i buoni propositi in azioni concrete e buone pratiche.

La maggior parte degli Amministratori comunali brancola nel buio. Essi non sanno come e cosa fare. Aspettano che qualcuno dia loro la soluzione “chiavi in mano”. L’ultima Direttiva (circolare n.1/2013) in materia di gestione dei rifiuti da indicazioni contraddittorie o poco chiare, indica tempi che difficilmente potranno essere rispettati dai Comuni e dallo stesso Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti. Giusto per fare un esempio, il Dipartimento avrebbe dovuto provvedere, entro il 15.2.2013, a predisporre gli schemi dei Piani d’ambito dei 18 ATO che, debitamente aggiornati, avrebbero dovuto essere oggetto di approvazione da parte delle SRR entro e non oltre il 31.3.2013. Ancora gli schemi non si sono visti, figurarsi tutto il resto.

Occorre raccogliere tutti i dati utili alla pianificazione e progettazione per un nuovo sistema di raccolta differenziata. Pianificazione territoriale (variabili di scenario e variabili operative) e condivisione del progetto sono indispensabili.
Prima ancora ci vuole un Piano Regionale dei Rifiuti degno di questo nome e un Piano per ciascun ambito territoriale ottimale cui i comuni possano fare riferimento.
Inoltre, in coerenza con il Piano d’ambito, occorre predisporre i piani d’intervento e regolamentazione del servizio di raccolta, per i comuni che singolarmente o in forma associata (tramite convenzione come stabilisce la Direttiva dell’Assessorato) vogliano  costituire eventuali aree di raccolta ottimale (ARO). Anche riguardo a quest’aspetto occorre dare direttive  chiare e dettagliate ai comuni. Quali sono le condizioni necessarie per istituire le ARO? Come determinare i parametri di efficienza ed efficacia? Come definire le dimensioni che assicurano il conseguimento di economie di scala?  Con quali strutture, con quali e quanti mezzi e forza lavoro le ARO possono eventualmente gestire direttamente i servizi di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti?

martedì 22 gennaio 2013

Nuovo proggetto raccolta rifiuti



Un nuovo progetto di raccolta dei rifiuti per il comprensorio jonico che coinvolga associazioni e cittadini per il bene comune.

Nel comprensorio jonico serve una raccolta dei rifiuti intelligente, un nuovo progetto che sfrutti le tecnologie più moderne e le buone pratiche i cui punti fondamentali siano sostenibilità e partecipazione (che vuol dire anche controllo dei cittadini).
Comuni, Associazioni e Cittadini devono unire le forze e lavorare insieme verso l’obiettivo “rifiuti zero”. Questo obiettivo potrà essere raggiunto se i Comuni del comprensorio lavoreranno in sinergia tra loro, nel rispetto della normativa sui rifiuti, e se sapranno coinvolgere al massimo le associazioni del territorio, informando, educando e aprendo alla partecipazione la cittadinanza.
Rispetto al passato (e al presente) tutto dovrà cambiare. Le pratiche obsolete o fallimentari dovranno essere abbandonate e sostituite dalle nuove pratiche quali la riduzione, il riciclo, il riuso e il sistema di raccolta differenziata porta a porta “spinta” per una gestione dei rifiuti sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Tutto questo non potrà prescindere dalla differenzazione della frazione organica (l’umido).

Il nuovo progetto deve ripartire dalle tante buone pratiche che si sono consolidate nel mondo e in Italia (Capannori) e da alcune positive esperienze siciliane (Aci Bonaccorsi).
Deve ripartire possibilmente puntando sulla gestione “in house” dei rifiuti, con la creazione, se possibile, di un’azienda speciale consortile tra tutti i comuni del comprensorio jonico in modo da costituire un Ambito di Raccolta che ottimizzi la filiera della raccolta differenziata, intesa al recupero totale. Il servizio di Raccolta e Riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilabili sarà così un Servizio Pubblico Locale di interesse generale con  criteri di efficienza, efficacia, economicità che esclude profitti e remunerazioni di qualsiasi forma.
Il progetto dovrà prevedere che il comprensorio si doti di un “moderno” impianto di compostaggio dimensionato alle proprie necessità. Nel mentre viene realizzato il centro di compostaggio, la frazione organica dei rifiuti, comunque, dovrà essere differenziata e smaltita (trattata) presso il più vicino/economico centro di compostaggio.
Tra le buone pratiche da favorire ci dovrà essere anche quella del compostaggio domestico. Tale attività permetterà ai cittadini che vorranno usufruire di questa possibilità di non conferire i propri rifiuti organici al “servizio di raccolta” con un beneficio in termini economici sia sui costi di smaltimento/trattamento che sulla tariffa. Infatti, le famiglie che aderiranno alla pratica del compostaggio domestico usufruiranno di uno sconto sull’importo della TARES.
Il sistema di raccolta rifiuti dovrà prevedere l’utilizzo di sacchetti di raccolta intelligenti, ovvero dotati di un microchip riconducibile ai singoli nuclei familiari in modo da commisurare la parte variabile della TARES (nuova tassa sui rifiuti in vigore dal 2013 che sostituirà la TARSU e la TIA) all’effettiva produzione di indifferenziato (rifiuti residui destinati alla discarica).

Il successo del nuovo progetto non potrà che basarsi su due elementi chiave: una corretta, completa e continua informazione alla cittadinanza da parte dei Comuni e la collaborazione stretta con le associazioni di volontariato del territorio per la realizzazione di una politica pubblica di grande impatto. Le associazioni, in effetti, possono dare un grande contributo sul fronte della sensibilizzazione impegnandosi anche in una azione informativa per conto dei Comuni. Una sinergia in grado di generare percorsi di collaborazione nella realizzazione di nuove politiche territoriali