giovedì 28 marzo 2013

Regione Siciliana: urge invertire la rotta verso "Rifiuti Zero"



In Sicilia serve un cambio di rotta. Passare dallo smaltimento in discarica al recupero, riuso e riciclo. Servono azioni concrete e tanto buon senso per risolvere il problema dei rifiuti.
I cittadini devono essere parte della soluzione. È  sicuramente anche un problema  di educazione. Bisogna che i cittadini imparino (e che qualcuno glielo insegni) a distinguere tra ciò che è rifiuto (costo economico e ambientale) e ciò che è risorsa (materia da recuperare - ricavo), ma è, soprattutto, assenza di un’adeguata strategia e gestione unitaria del sistema a cui corrisponde una carenza della logistica e degli impianti di trattamento per la Raccolta Differenziata. È anche assenza di una politica di riduzione dei rifiuti (e qui si potrebbe fare tantissimo e in breve tempo legiferando appropriatamente).

Sino ad ora non s’è visto un deciso cambio di rotta. D’altra parte se non c’è un obiettivo su cui puntare, se non si hanno le idee chiare e la volontà di creare un sistema omogeneo e unitario che adotti la strategia “rifiuti zero” in tutta la Sicilia, sarà difficile invertire la rotta.
A questo proposito urge che l’Assemblea Regionale Siciliana e il Presidente della Regione si attivino perché venga adottata la strategia “RIFIUTI ZERO”, un gesto importante che indicherebbe inequivocabilmente la direzione e l’obiettivo da raggiungere.

Il nuovo sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia  deve  prevedere: la raccolta differenziata della frazione organica, dappertutto; escludere la possibilità di libero conferimento dei rifiuti; adottare una politica di premi ai comportamenti virtuosi con un riconoscimento economico al momento del calcolo della Tares per l’utenza; alimentare la gestione della parte variabile della tariffa in modo puntale (chi più produce più paga); promuovere il compostaggio domestico; dotare il territorio di sufficienti e idonei  impianti di trattamento per la RD (in particolar modo impianti di compostaggio). Facile a dirsi difficile a farsi?
Difficile se non ci sono investimenti adeguati, direttive chiare e persone competenti e volenterose che trasformino le direttive europee,  nazionali, regionali  e i buoni propositi in azioni concrete e buone pratiche.

La maggior parte degli Amministratori comunali brancola nel buio. Essi non sanno come e cosa fare. Aspettano che qualcuno dia loro la soluzione “chiavi in mano”. L’ultima Direttiva (circolare n.1/2013) in materia di gestione dei rifiuti da indicazioni contraddittorie o poco chiare, indica tempi che difficilmente potranno essere rispettati dai Comuni e dallo stesso Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti. Giusto per fare un esempio, il Dipartimento avrebbe dovuto provvedere, entro il 15.2.2013, a predisporre gli schemi dei Piani d’ambito dei 18 ATO che, debitamente aggiornati, avrebbero dovuto essere oggetto di approvazione da parte delle SRR entro e non oltre il 31.3.2013. Ancora gli schemi non si sono visti, figurarsi tutto il resto.

Occorre raccogliere tutti i dati utili alla pianificazione e progettazione per un nuovo sistema di raccolta differenziata. Pianificazione territoriale (variabili di scenario e variabili operative) e condivisione del progetto sono indispensabili.
Prima ancora ci vuole un Piano Regionale dei Rifiuti degno di questo nome e un Piano per ciascun ambito territoriale ottimale cui i comuni possano fare riferimento.
Inoltre, in coerenza con il Piano d’ambito, occorre predisporre i piani d’intervento e regolamentazione del servizio di raccolta, per i comuni che singolarmente o in forma associata (tramite convenzione come stabilisce la Direttiva dell’Assessorato) vogliano  costituire eventuali aree di raccolta ottimale (ARO). Anche riguardo a quest’aspetto occorre dare direttive  chiare e dettagliate ai comuni. Quali sono le condizioni necessarie per istituire le ARO? Come determinare i parametri di efficienza ed efficacia? Come definire le dimensioni che assicurano il conseguimento di economie di scala?  Con quali strutture, con quali e quanti mezzi e forza lavoro le ARO possono eventualmente gestire direttamente i servizi di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti?