sabato 22 dicembre 2012

Con i rifiuti si fa la spesa

A Mexico City con i rifiuti si fa la spesa
di Luciana Grosso

Dopo la chiusura della più grande discarica locale, le autorità sono corse ai ripari. In nome della differenziata. Ma l’iniziativa costa.
Comprare cibo pagandolo in spazzatura. Succede al Mercato de Trueque, a Citta del Messico, dove la spesa si fa, invece che con banconote e carte di credito, con sacconi di immondizia. L’iniziativa, voluta dal Dipartimento dell’Ambiente della metropoli, si svolge nel parco Chapultepec e funziona così: ogni prima domenica del mese ci si può presentare al mercato con il proprio sacco di rifiuti, purché differenziati e puliti. Lì, la spazzatura viene pesata e valutata. A ogni chilo di rifiuti corrispondono, in base alla categoria (carta, plastica, alluminio, vetro, ecc.), dei  <<punti verdi>>, cioè dei voucher spendibili nei negozi e nelle botteghe agricole convenzionate. L’iniziativa fa parte di un programma attivato per diffondere, anche nella capitale messicana, l’abitudine a differenziare.
Con i suoi 25 milioni di abitanti, città del Messico produce ogni giorno più di 12 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che comportano un incalcolabile danno ambientale. Il problema, di per sé molto grave, si è fatto urgente dopo la chiusura, lo scorso gennaio, della più grande discarica della città, quella di Bordo Poniente: una distesa grande come 45 campi da calcio, piena di immondizia di ogni genere. Ora questo enorme deposito della spazzatura ha chiuso i battenti, la diffusione della differenziata è diventata un impegnativo improcrastinabile e le autorità hanno pensato di affrontarla attribuendo un valore commerciale ai rifiuti. La proposta è stata accolta con entusiasmo dalla gente e già si pensa ad altri mercati come quello di Chapultepec in un altro quartiere della città, sebbene l’esperimento si sia rivelato (per ora) economicamente negativo: ogni mese il mercato recupera 20 tonnellate di spazzatura, per un valore di 40mila pesos (circa tremila euro), mentre il cibo venduto e rimborsato dal governo vale 90mila pesos (poco più di cinquemila euro).

Fonte: il venerdì di Repubblica del 21 dicembre 2012-12-21

Mi sembra una buona idea degna di essere sperimentata per diffondere, anche in Sicilia, l’abitudine a differenziare. Bisogna fare in modo che l’esperimento non sia economicamente negativo per le casse comunali e, allo stesso tempo, sia appetibile per le famiglie. I voucher potrebbero essere utilizzati sia per fare la spesa sia per avere la corrispondente riduzione  della tassa/tariffa sui rifiuti.
Questi mercatini si potrebbero tenere presso i Centri di Raccolta Comunali o potrebbero anche essere itineranti nelle varie piazze o parchi.
Ogni centro di raccolta si dovrebbe attrezzare di un deposito dove portare anche tutto ciò che può essere riusato (subito o dopo riparazione), come ad esempio giocattoli, elettrodomestici, mobili, etc.

Un'altra buona idea per diffondere l’abitudine a differenziare è quella di applicare una piccola tassa di alcuni centesimi (esempio 25 centesimi) su ogni lattina e bottiglia di plastica o vetro. Ho letto da qualche parte che questo viene fatto in Danimarca e in altre nazioni europee. Non sarebbe difficile organizzare la cosa anche da noi. L’espediente della tassa su bottiglie e lattine non graverebbe nelle tasche dei cittadini perché la tassa verrebbe restituita alla consegna del vuoto. Per i vuoti non restituiti gli introiti resterebbero ai Comuni.


Nessun commento:

Posta un commento