di Luciana Grosso
Dopo la chiusura della più grande discarica locale, le autorità sono corse ai ripari. In nome della differenziata. Ma l’iniziativa costa.
Comprare
cibo pagandolo in spazzatura. Succede al Mercato de Trueque, a Citta del
Messico, dove la spesa si fa, invece che con banconote e carte di credito, con
sacconi di immondizia. L’iniziativa, voluta dal Dipartimento dell’Ambiente
della metropoli, si svolge nel parco Chapultepec e funziona così: ogni prima
domenica del mese ci si può presentare al mercato con il proprio sacco di
rifiuti, purché differenziati e puliti. Lì, la spazzatura viene pesata e
valutata. A ogni chilo di rifiuti corrispondono, in base alla categoria (carta,
plastica, alluminio, vetro, ecc.), dei
<<punti verdi>>, cioè dei voucher spendibili nei negozi e
nelle botteghe agricole convenzionate. L’iniziativa fa parte di un programma
attivato per diffondere, anche nella capitale messicana, l’abitudine a differenziare.
Con i
suoi 25 milioni di abitanti, città del Messico produce ogni giorno più di 12
mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che comportano un incalcolabile
danno ambientale. Il problema, di per sé molto grave, si è fatto urgente dopo
la chiusura, lo scorso gennaio, della più grande discarica della città, quella
di Bordo Poniente: una distesa grande come 45 campi da calcio, piena di
immondizia di ogni genere. Ora questo enorme deposito della spazzatura ha
chiuso i battenti, la diffusione della differenziata è diventata un impegnativo
improcrastinabile e le autorità hanno pensato di affrontarla attribuendo un
valore commerciale ai rifiuti. La proposta è stata accolta con entusiasmo dalla
gente e già si pensa ad altri mercati come quello di Chapultepec in un altro
quartiere della città, sebbene l’esperimento si sia rivelato (per ora)
economicamente negativo: ogni mese il mercato recupera 20 tonnellate di
spazzatura, per un valore di 40mila pesos (circa tremila euro), mentre il cibo
venduto e rimborsato dal governo vale 90mila pesos (poco più di cinquemila
euro).
Fonte:
il venerdì di Repubblica del 21 dicembre 2012-12-21
Mi sembra una buona idea degna di
essere sperimentata per diffondere, anche in Sicilia, l’abitudine a
differenziare. Bisogna fare in modo che
l’esperimento non sia economicamente negativo per le casse comunali e, allo
stesso tempo, sia appetibile per le famiglie. I voucher potrebbero essere
utilizzati sia per fare la spesa sia per avere la corrispondente riduzione della tassa/tariffa sui rifiuti.
Questi mercatini si potrebbero
tenere presso i Centri di Raccolta Comunali o potrebbero anche essere
itineranti nelle varie piazze o parchi.
Ogni centro di raccolta si
dovrebbe attrezzare di un deposito dove portare anche tutto ciò che può essere
riusato (subito o dopo riparazione), come ad esempio giocattoli,
elettrodomestici, mobili, etc.
Un'altra buona idea per
diffondere l’abitudine a differenziare è quella di applicare una piccola tassa di
alcuni centesimi (esempio 25 centesimi) su ogni lattina e bottiglia di plastica
o vetro. Ho letto da qualche parte che questo viene fatto in Danimarca e in
altre nazioni europee. Non sarebbe difficile organizzare la cosa anche da noi.
L’espediente della tassa su bottiglie e lattine non graverebbe nelle tasche dei
cittadini perché la tassa verrebbe restituita alla consegna del vuoto. Per i
vuoti non restituiti gli introiti resterebbero ai Comuni.
Nessun commento:
Posta un commento